50 delegati provenienti da 22 Paesi europei si sono dati appuntamento a Roma, dal 4 al 7 giugno scorsi, per l’incontro annuale dei responsabili della pastorale vocazionale delle Conferenze Episcopali d’Europa, dal titolo: “Parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute” (Lc24,14). Questioni e prospettive dopo il Sinodo. Tre giorni di preghiera, testimonianze e riflessioni sulla vocazione al sacerdozio, alla vita consacrata maschile e femminile, al matrimonio alla luce del sinodo dei giovani, del documento finale e dell’esortazione apostolica Christus Vivit.
Momento cruciale del convegno, l’udienza con Papa Francesco che, nel suo discorso a braccio, ha ricordato ai partecipanti che la vocazione “non è proselitismo. Non è cercare nuovi soci per questo club. No! Il lavoro per le vocazioni deve muoversi nella linea della crescita che Benedetto XVI tanto chiaramente disse: la crescita della Chiesa è per attrazione, non per proselitismo”.
La sfida per la Chiesa, ha continuato il Papa, è “comunicare con i giovani. Lavorare con loro esige tanta pazienza. Tanta capacità di ascolto… Occorre capire il loro linguaggio, che è un linguaggio povero di comunione, perché loro sanno tanto di contatti, ma non comunicano.
Bisogna accompagnare, guidare, e aiutare i giovani affinché l’incontro con il Signore faccia loro vedere qual è la strada nella vita. I giovani sono diversi tra loro, sono diversi in tutti i luoghi, ma sono uguali nell’inquietudine, nella sete di grandezza, nella voglia di fare del bene. Sono uguali tutti”.
Nel corso dei lavori, poi, i partecipanti hanno eletto, per un secondo mandato triennale, don Emil Parafiniuk, della Conferenza Episcopale Polacca, Coordinatore dell’European Vocations Service (EVS) che sarà assistito nel suo servizio da don Michele Gianola, della Conferenza Episcopale Italiana, riconfermato vice-coordinatore e da Suor Elaine Penrice, della Conferenza Episcopale Inglese, nuova vice-coordinatore.
Infine, un impegno programmatico per il lavoro da fare nelle rispettive Conferenze episcopali è stato tracciato da S. E. Mons. Oscar Cantoni, arcivescovo di Como e responsabile della Sezione Vocazioni del CCEE, nelle sue conclusioni.
“Nell’attuale contesto culturale quasi univoco, le vocazioni sono diminuite ma non si è spento l’entusiasmo della proposta e la certezza che il Signore non farà mancare ministri alla Sua Chiesa; la chiamata a una consacrazione speciale è ancora attraente e attuale.
I giovani sono i destinatari del nostro impegno con sguardo di benevolenza, di stima e di fiducia; essi vogliono essere amati dentro tanta solitudine che sperimentano. Sono severi con la Chiesa ma se trovano testimoni credibili da loro sono attratti. Vogliono essere coinvolti nell’Annuncio per divenire essi stessi primi testimoni per gli altri giovani.
Vanno accompagnati perché riconoscano l’opera di Dio nella propria esperienza personale e siano disponibili ad ascoltare Dio che chiede loro qualcosa di più”.