Si è tenuto a Lisbona, dal 14 al 16 maggio, l’incontro annuale dei responsabili della comunicazione delle Conferenze episcopali nazionali, organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa. Tema di quest’anno era: “Umanità e intelligenza artificiale: uno sguardo al futuro, l’impegno della Chiesa”. Il tema si inseriva in un percorso di due anni – cominciato nell’incontro dello scorso anno a Cipro – sviluppato dal CCEE sui temi dell’intelligenza artificiale, delle fake news, e delle sfide per la comunicazione. Il dibattito quest’anno è stato arricchito anche dalla presenza di tre direttori di media cattolici, che hanno portato il loro punto di vista.
Nei saluti iniziali, il vescovo di Leiria – Fatima José Ornelas, presidente della Conferenza Episcopale Portoghese, ha fornito una panoramica della storia e della situazione della Chiesa cattolica in Portogallo. Il vescovo ha enfatizzato anche la missione della Chiesa portoghese in quelli che ne erano un tempo i possedimenti coloniali. Inoltre, ha messo in luce che dopo la Rivoluzione dei Garofani del 1974, che ha messo fine alla dittatura, la Chiesa cattolica in Portogallo si era già strutturata in modo “sinodale”, ovvero coinvolgendo molto i laici. Il vescovo Ornelas ha anche notato che oltre il 60 per cento delle istituzioni di carattere sociale del Portogallo sono stati avviate, o sono proprietà, della Chiesa cattolica. La Chiesa in Portogallo si è distinta anche per la risposta agli abusi.
Il professor Henrique Leitão, prorettore dell’Università di Lisbona, ha tenuto una relazione sulle questioni che l’Intelligenza Artificiale pone agli umani.
Il professor Leitão ha delineato in maniera ottimistica le possibilità fornite dagli sviluppi dell’intelligenza artificiale, in particolare dalle Chat GPT, ovvero generative, ma allo stesso tempo ha chiarito le differenze tra le Intelligenze Artificiali e gli esseri umani.
Più in dettaglio, ha notato come le intelligenze artificiali partano da un gigantesco numero di dati per definire soluzioni sulla base delle probabilità, mentre il cervello umano parte da una minima quantità di dati e vi trova spiegazioni. Infine, ha parlato degli effetti che l’uso delle intelligenze artificiali può avere sulla libertà personale.
Monsignor Lucio Ruiz, segretario del Dicastero vaticano per la Comunicazione, si è soffermato in particolare sul punto di vista della Santa Sede riguardo l’intelligenza artificiale, mettendo in luce che questa enfasi sull’intelligenza artificiale rischia di rendere protagonisti i dispositivi. Monsignor Ruiz ha affermato che “gli strumenti si usano, la cultura si abita”, e ha poi affermato che questo sviluppo rappresenta una sfida educativa, ma anche una sfida a livello teologico.
C’è stato quindi un dibattito tra tre direttori di media cattolici: Cristina Sanchez Aguilar, direttore del settimanale spagnolo Alfa y Omega, Philippine de Saint-Pierre, direttore della televisione cattolica francese KTO, e Branimir Stanić, direttore del settimanale cattolico croato Glas Koncila.
Sanchez Aguilar ha sottolineato la necessità di una professionalizzazione dell’informazione religiosa, cosa che permetterebbe sia di superare il tema delle fake news e sia di affrontare le sfide dell’intelligenza artificiale. Ha invitato a guardare a queste nuove sfide come opportunità, rivendicando allo stesso tempo l’importanza di una informazione autorevole e “vecchio stile”.
Philippine de Saint-Pierre ha posto il tema della fiducia che le istituzioni della Chiesa dovrebbero avere nei confronti dei media cattolici, e allo stesso tempo ha sottolineato che il lavoro dei media cattolici deve essere quello di raccontare la realtà ed aiutare le istituzioni, senza fare sconti di alcun tipo proprio in nome di una credibilità giornalistica che è il miglior servizio che si possa fare.
Branimir Stanić ha descritto la situazione dei media in Croazia e ha chiesto per i media cattolici un approccio più vicino al linguaggio della Chiesa, affinché il linguaggio delle cose che si raccontano sia strutturato e delineato in maniera corretta, approfondita e coerente con i fatti che si raccontano.
I dibattiti che sono seguiti sono stati particolarmente vivaci, e hanno permesso ai portavoce di confrontarsi con i diversi punti di vista dati dalle Chiese nazionali.
Concludendo i lavori, il vescovo Nuno Brás da Silva Martins di Funchal, responsabile della Sezione per le Comunicazioni sociali del CCEE, ha ripreso i temi del dibattito. Ha detto che “siamo alla soglia di una nuova cultura”, perché “l’intelligenza artificiale è onnipresente e siamo immersi in questa nuova cultura”.
Il vescovo Brás ha raccolto la sollecitazione riguardo la necessità di curare la libertà umana, e ha sottolineato che l’intelligenza artificiale, con la sua pervasività, rende ancora più importante il lato umano. Per questo, ha notato, va ridata centralità alle testimonianze dirette e ai rapporti umani.
L’appuntamento per il prossimo incontro dei responsabili nazionali per la comunicazione è a Praga dal 3 al 5 giugno 2025.