In occasione del 40mo anniversario dell’istituzione della Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea (COMECE), del 50mo delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l’Unione Europea e del 50mo della presenza della Santa Sede come Osservatore Permanente al Consiglio d’Europa, Papa Francesco affida a una lettera indirizzata al Segretario di Stato, Card. Pietro Parolin, alcune sue riflessioni sul futuro dell’Europa, “che mi è particolarmente caro, non solo per le origini familiari, ma anche per il ruolo centrale che esso ha avuto e ritengo debba avere ancora, seppure con accenti diversi, nella storia dell’umanità”.
Partendo dalle “parole che san Giovanni Paolo II ha pronunciato nell’Atto europeistico di Santiago di Compostela: Europa «ritrova te stessa, sii te stessa»”, Papa Francesco invita l’Europa a non fermarsi a guardare al suo passato come ad un album dei ricordi ma a ritrovare “i tuoi ideali che hanno radici profonde. Sii te stessa! Non avere paura della tua storia millenaria che è una finestra sul futuro più che sul passato. Non avere paura del tuo bisogno di verità che dall’antica Grecia ha abbracciato la terra, mettendo in luce gli interrogativi più profondi di ogni essere umano; del tuo bisogno di giustizia che si è sviluppato dal diritto romano ed è divenuto nel tempo rispetto per ogni essere umano e per i suoi diritti; del tuo bisogno di eternità, arricchito dall’incontro con la tradizione giudeo-cristiana, che si rispecchia nel tuo patrimonio di fede, di arte e di cultura”.
E aggiunge: “Oggi, mentre in Europa tanti si interrogano con sfiducia sul suo futuro, molti la guardano con speranza, convinti che essa abbia ancora qualcosa da offrire al mondo e all’umanità. È la stessa fiducia che ispirò Robert Schuman, consapevole che «il contributo che un’Europa organizzata e vitale può apportare alla civiltà è indispensabile per il mantenimento di relazioni pacifiche». È la stessa fiducia che possiamo avere noi, a partire da valori condivisi e radicati nella storia e nella cultura di questa terra”.
Poi, indica quale è il futuro che sogna per l’Europa: “sogno allora un’Europa amica della persona e delle persone… un’Europa che sia una famiglia e una comunità… solidale e generosa… Sogno un’Europa sanamente laica, in cui Dio e Cesare siano distinti ma non contrapposti. Una terra aperta alla trascendenza, in cui chi è credente sia libero di professare pubblicamente la fede e di proporre il proprio punto di vista nella società”. “In che cosa consiste il suo contributo originale – si chiede il Papa? – Nel mondo attuale, non si tratta di recuperare un’egemonia politica o una ‘centralità geografica’, né si tratta di elaborare innovative soluzioni ai problemi economici e sociali. L’originalità europea sta anzitutto nella sua concezione dell’uomo e della realtà; nella sua capacità di intraprendenza e nella sua solidarietà operosa”.
Infine, l’invito a collaborare, “in spirito di comunione fraterna”, con il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) perché “I cristiani hanno oggi una grande responsabilità: come il lievito nella pasta, sono chiamati a ridestare la coscienza dell’Europa, per animare processi che generino nuovi dinamismi nella società. Li esorto dunque ad impegnarsi con coraggio e determinazione ad offrire il loro contributo in ogni ambito in cui vivono e operano”.
In allegato il testo integrale della Lettera di Papa Francesco
Foto: Papa Francesco in visita al Parlamento Europeo di Strasburgo. Da vaticannews.va