Venti vescovi, rappresentanti delle Conferenze Episcopali continentali dell’Africa e dell’Europa, si sono ritrovati in rete per il seminario organizzato dal Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) e dal Simposio delle Conferenze Episcopali d’Africa e Madagascar (SECAM).
CCEE e SECAM, spinti dal desiderio di promuovere una fattiva collaborazione pastorale tra gli episcopati dei due continentali, dal 2004 organizzano simposi e seminari per rinforzare la comunione, per approfondire la comune responsabilità per l’evangelizzazione e per riflettere sulle grandi sfide della Chiesa.
L’incontro di quest’anno, dal titolo: “La solidarietà nella promozione della dignità umana alla luce di Fratelli tutti”, ha visto i vescovi confrontarsi sui capitoli 3 e 8 dell’enciclica di Papa Francesco sulla fraternità umana e l’amicizia sociale, aiutati nella riflessione dai contributi di S.E. Mons. Sithembele A. SIPUKA, primo Vice-Presidente del SECAM, e di S.E. Mons. Benjamin Marc BALTHASON RAMAROSON, Arcivescovo di Antsiranana, Madagascar, per il SECAM, e di S.E. Mons. Luigi BRESSAN, Arcivescovo emerito di Trento, Italia, e di S.E. Mons. Virgil BERCEA, Vescovo di Oradea Mare, Romania, per il CCEE.
I lavori si sono conclusi con l’approvazione di un messaggio indirizzato a “tutti i nostri fratelli vescovi, sacerdoti, diaconi, religiosi e religiose e fedeli laici della Chiesa di Dio che è in Africa e in Europa”.
“Come vescovi e pastori, – scrivono i partecipanti – riaffermiamo la nostra comunione e collegialità e ci impegniamo a lavorare per promuovere la dignità umana, la fraternità e la solidarietà, che sono al centro dell’esistenza umana e di una pacifica convivenza. Come figli dell’unico Padre, dobbiamo essere aperti gli uni agli altri e lavorare intensamente per costruire un’autentica fratellanza non solo tra le nostre comunità locali ma anche con persone di diversa estrazione culturale, identità razziale ed etnica, posizioni religiose e politiche, status sociale ed economico”.
E ancora, “in un mondo pieno di valori positivi ma anche di atteggiamenti di odio, ostilità ed estremismo, violenza e spargimento di sangue (cfr. FT n. 285), invitiamo tutti ad accogliere l’accorato appello del Santo Padre per il dialogo interreligioso come via per stimolare l’amicizia, la pace e l’armonia e per garantire la libertà religiosa, che è un diritto umano fondamentale per tutti i credenti”. E aggiungono: “nel promuovere il dialogo culturale, interreligioso ed ecumenico, e consapevoli che la Chiesa è madre, chiediamo che ogni chiesa locale sia ‘una casa dalle porte aperte’, per sostenere la speranza, costruire ponti, abbattere muri e spargere semi di riconciliazione”.
Infine rivolgono un appello ai “leader politici, le autorità civili e gli organismi come l’Unione Africana, l’Unione Europea e le Nazioni Unite” perché si impegnino a “provvedere all’attuazione pratica di leggi e protocolli che esaltino la solidarietà e promuovano la dignità umana. In particolare, a promuovere la difesa della vita, della famiglia, della libertà educativa e religiosa, così come l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, e l’accesso universale ai vaccini anti Covid-19”. E invocano “la pace per tutti quei paesi che, in Africa, Europa, Medio Oriente e in tutto il mondo, vivono situazioni di conflitto”.
In allegato il testo completo del messaggio finale e gli interventi dei relatori.