Il 20 novembre 2024 si è tenuto il webinar dei delegati nazionali della Sezione Migrazioni della Commissione per la Pastorale Sociale del CCEE. La riflessione proposta è stata sul tema “Accoglienza e integrazione dei migranti e dei rifugiati in prospettiva di pace”, a partire dalla situazione attuale nel mondo, e in particolare in Europa, con maggiore attenzione alle attività a favore dei rifugiati nell’ambiente ecclesiale e nella società.
L’apertura dei lavori è stata condotta dal moderatore del webinar Rev. Luis Okulik, Segretario della Commissione per la Pastorale Sociale, e introdotta da S.E. Mons. Bohdan Dzyurakh, Esarca per i fedeli greco-cattolici ucraini in Germania e Presidente della Commissione, nonché dal Rev. Antonio Ammirati, Segretario Generale del CCEE.
Nella presentazione dell’incontro, S. Em. il Card. Anders Arborelius, Vescovo di Stoccolma e Responsabile della Sezione Migrazioni del CCEE ha sottolineato la missione profetica della Chiesa nell’annunciare il Vangelo a coloro che soffrono. “Abbiamo il dovere di offrire consolazione e aiuto, e di aprire le nostre chiese a chi ha bisogno. Accogliere ogni persona bisognosa e aiutare alla sua integrazione è un nostro dovere anche se ciò potrebbe non essere sempre popolare. Le persone che arrivano dai paesi in conflitto possono essere anche messaggeri di pace”.
Nella sua relazione dal titolo “l’impatto delle guerre in corso sul flusso migratorio verso l’Europa”, Davide Bernocchi, Segretario Generale della Commissione cattolica internazionale per le migrazioni (ICMC), ha rappresentato con un prospetto globale i corridoi principali della migrazione, le aree più colpite, nonché la dislocazione dei migranti, e in particolare dei rifugiati, sia da e verso l’Europa sia negli altri continenti. Emerge un dato rilevante: alla data di fine giugno 2024 si contano nel mondo 122,6 milioni di sfollati forzati a causa di persecuzioni, conflitti, violenze, violazioni dei diritti umani e/o eventi che turbano gravemente l’ordine pubblico. Bernocchi ha anche sottolineato il fatto che la maggior parte delle persone bisognose di aiuto rimane nei propri paesi in conflitto.
Sui “recenti sviluppi della normativa europea sui migranti e rifugiati” è intervenuto José Luis Bazán, Segretario della Commissione Migrazione e Asilo della Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea (COMECE). Al centro della sua presentazione è stato il Patto UE sulla migrazione e l’asilo del maggio 2024, che si basa su 10 elementi costitutivi interdipendenti e che va attuato nel suo complesso. Il Patto UE dovrebbe essere applicato, infatti, dagli Stati membri entro la metà del 2026, ma molti paesi dubitano della sua fattibilità. Bazàn ha evidenziato inoltre la modifica della direttiva anti-tratta in cui sono state aggiunte nuove categorie di delitti, tra cui il matrimonio forzato, l’adozione illegale, e la maternità surrogata ai fini dello sfruttamento riproduttivo.
Da parte del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, Amaya Valcárcel, ha presentato gli “interventi della Santa Sede sulle conseguenze delle guerre sui flussi migratori”. Tre sono stati i punti principali: la missione del Dicastero; le attività sui flussi migratori; e le risorse che il Dicastero può offrire. Valcárcel ha mostrato le sfide più importanti insieme ad alcune risposte ecclesiali relative alle migrazioni, e ha riportato i 4 verbi che Papa Francesco usa abitualmente quando parla di migranti e rifugiati: accogliere,proteggere, promuovere, integrare, invitando ogni istituzione ecclesiastica ad associare questi verbi alla propria realtà locale, chiedendosi se e come siano attivi. “Non dimentichiamo che le persone e le comunità sfollate con la forza sono rifugiate, sì, a causa della disperazione ma, in linea con il motto del Giubileo 2025, possiamo anche proclamarle «pellegrini di speranza»”, ha concluso.