Si è svolto ieri, 5 novembre, il webinar della Sezione Dialogo Interreligioso del CCEE dal titolo: “Il dialogo interreligioso: l’orizzonte della fraternità e le vie dell’educazione religiosa”.
All’incontro on line, che originariamente si sarebbe dovuto svolgere a Sarajevo dal 21 al 23 aprile scorso e rimandato a causa del coronavirus, hanno partecipato 37 vescovi e delegati nazionali. Ad aprire i lavori è stato S.E. Mons. Brendan Leahy, Responsabile della Sezione Dialogo Interreligioso del CCEE.
Due le relazioni in programma: la prima, “Le religioni al servizio della fraternità nel mondo”, è stata presentata da S. Em. il Card. Angel Miguel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, mentre la seconda, “L’educazione religiosa tra il programma formale e quello nascosto: prospettive etnografiche dall’Europa e dal Medio Oriente”, è stata tenuta dal prof. Daniele Cantini, Università Martin Lutherdi Halle (Germania).
A partire da un’analisi articolata della recente enciclica di Papa Francesco Fratelli tutti– letta in relazione al documento di Abu Dhabi sulla Fratellanza umana, sottoscritto da Papa Francesco e dall’imam Al Tayyeb di Al Azhar – il Card. Ayuso ha sottolineato come la fraternità tra gli uomini, appartenenti a diverse religioni e non credenti, costituisca l’orizzonte cui tende il dialogo interreligioso in genere e islamo-cristiano in specifico. In questa prospettiva diviene urgente da un lato che nel dibattito pubblico vi sia spazio per una riflessione che procede da uno sfondo religioso, in rapporto con gli altri contributi di tipo scientifico e umanistico; dall’altro lato emerge l’appello alle religioni perché valorizzino le loro risorse spirituali e morali per maturare nella reciproca solidarietà, offrendone concreta testimonianza nelle società contemporanee. Questo implica la condanna di ogni forma di violenza, soprattutto se attuata in nome della religione, nella consapevolezza che oggi, spesso, le nostre società sono culturalmente segnate dalla dimenticanza o dall’abuso del nome di Dio.Quest’ultimo punto richiama alla centralità dell’educazione religiosa per costruire esperienze di fratellanza radicate e il più possibile diffuse.
L’educazione – come ha sottolineato nella seconda relazione il prof. Cantini – riveste un’importanza centrale non solo per i contenuti insegnati, ma soprattutto per le modalità con cui vengono interpretati e contestualizzati, anche in relazione alle diverse autorità da cui vengono proposti. In questo ambito in particolare si gioca la costruzione di identità religiose aperte e dialoganti, oppure autoreferenziali e reciprocamente competitive.
Si tratta di linee interpretative importanti per procedere a livello locale con esperienze di dialogo interreligioso consapevoli, approfondite, dotate di senso critico, alimentate dalla “musica del Vangelo” che deve risuonare nelle comunità cristiane e laddove esse operano tra gli uomini.
In allegato il testo del Card. Angel Miguel Ayuso Guixot, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso.