Due giorni di incontro, per definire le sfide pastorali e sociali createsi con la guerra in Ucraina. Il Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa ha riunito nella sua sede di San Gallo il 23 e 24 febbraio i responsabili per la cura pastorale degli ucraini in Europa per il Catholic Response for Ukraine, conosciuto con la sigla CR4U.
Il CR4U raggruppa tutte le associazioni cattoliche che si sono impegnate per alleviare la crisi in Ucraina, ed è coordinato dall’International Catholic Migration Commission (ICMC), la commissione che riunisce gli uffici per la migrazione delle conferenze episcopali di tutto il mondo.
Al novembre 2022, i rifugiati ucraini registrati in tutta Europa ammontavano a poco più di 7,7 milioni, e di questi 4,4 milioni avevano ricevuto protezione temporanea – o un altro status simile – in Europa.
Delineando il lavoro del CR4U, monsignor Robert Vitillo, segretario generale dell’ICMC, ha sottolineato che il gruppo non fa raccolta di fondi, ma piuttosto identifica i bisogni sul territorio e cerca di discernere cosa si debba fare per aiutare.
Nella rete rientrano l’ICMC, Caritas Internationalis, Caritas Europa e le due Caritas in Ucraina (la Spes, della Chiesa di rito latino, e Caritas Ucraina, gestita dalla Chiesa Greco Cattolica Ucraina), ma anche le attività dell’Ordine di Malta, del Jesuit Refugee Service e di Stella Maris, la sezione per la pastorale del mare inclusa nel Dicastero vaticano per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, nonché della Catholic Health Association degli Stati Uniti. Il primo obiettivo è quello di rispondere alle sfide di fronte ad “una limitata capacità umanitaria”, ha spiegato monsignor Vitillo.
Nella sua relazione, padre Fabio Baggio, sotto segretario del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, ha ripercorso i vari interventi per la pace in Ucraina di Papa Francesco. “Sono rimasto sconvolto dal fatto di dover continuare a posticipare uno scenario che non è ancora visibile, che è la fine della guerra”, ha sottolineato padre Baggio.
Il vescovo Stepan Sus, che ha cominciato il suo servizio di vescovo responsabile dell’Ufficio di Pastorale delle Migrazioni della Chiesa Greco Cattolica Ucraina a febbraio 2020, ha messo in luce, tra le altre cose, il dramma dei bambini che sono stati portati forzatamente in Russia, e che si sta cercando di riportare in Ucraina con le loro famiglie.
Da parte sua, l’esarca per i fedeli ucraini di rito bizantino di Germania e Scandinavia Bohdan Dzyurakh, presidente della Commissione CCEE per la Pastorale sociale, ha chiesto di “fare un modo che questa guerra non venga dimenticata”.
Dopo una ampia disamina della situazione dei rifugiati ucraini nei Paesi europei di riferimento, l’incontro si è concluso con una Messa per la pace in Ucraina celebrata nella cattedrale di San Gallo dal vescovo Markus Büchel.
Foto di Sabine Rüthemann