Europa

Giornate Sociali Europee, in cerca di un nuovo inizio dopo la pandemia

A Bratislava dal 17 al 20 marzo 2022

È stato S.E. Mons. Stanislav Zvolenský, arcivescovo di Bratislava e Presidente della Conferenza Episcopale Slovacca, a dare il via alle Giornate Sociali Europee con una Messa celebrata nella cattedrale di San Martino, il 17 marzo.

Le giornate, organizzate del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa e dalla Commissione delle Conferenze Episcopali dell’Unione Europea, rappresentano un momento unico per riflettere sulla situazione del continente. Per la terza volta, dopo gli appuntamenti di Danzica 2009 e Madrid 2014, delegati dalle Conferenze Episcopali d’Europa si confrontano sulle sfide sociali del continente.

Tema designato di quest’anno era “L’Europa dopo la pandemia – verso un nuovo inizio”. La guerra scoppiata in Ucraina ha, però, focalizzato l’attenzione anche sul conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa. La Slovacchia, che ospita le giornate, è in prima linea nell’accoglienza dei rifugiati.

Era presente alla sessione di benvenuto anche la presidente della Repubblica Slovacca Zuzana Čaputová, mentre Papa Francesco ha inviato un messaggio nel quale ha affrontato esplicitamente la crisi ucraina, e in particolare la crisi dei migranti, chiedendo di trasformare “i muri ancora presenti in Europa in porte di accesso”, e ricordando che “non possiamo starcene con le mani in mano”.

Il Papa stesso ha reso concreto questo impegno, inviando il Cardinale Czerny alla frontiera slovacca a visitare le strutture che accolgono i profughi. Da lì, il Cardinale è arrivato a Bratislava per l’apertura delle Giornate Sociali Europee.

Nel suo discorso, il Cardinale Czerny ha spiegato di aver visto la guerra “negli sfollati e nei loro occhi disperati, nelle storie personali e familiari finite bruscamente. Persone che sono fisicamente vive, ma la cui vita avuta finora è finita violentemente”.

Il prefetto ad interim del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale ha messo in luce anche il problema delle armi di nuova tecnologia, utilizzate da remoto al punto che colpire un obiettivo “sembra un videogioco”.

“Per questo motivo – ha aggiunto il Cardinale – il nostro cuore deve commuoversi per le tragedie subite dai civili coinvolti, e deve connettersi con il dolore delle vittime, dei rifugiati, degli orfani e di coloro che subiscono mutilazioni nel corpo e nello spirito, anche se queste sono spesso considerate un effetto collaterale inevitabile o collaterale di questi eventi”.

Nella sua relazione di benvenuto, l’arcivescovo Gintaras Grušas, presidente del CCEE, ha sottolineato che il percorso delle Giornate Sociali deve essere affrontato “con la speranza di aiutarci l’un l’altro a trovare un cammino con il quale possiamo contribuire al rinnovamento della Chiesa in Europa e della nostra società europea. Una speranza che nelle ultime settimane è stata ancora più sfidata dallo scoppio della guerra nel continente europeo. Le sfide che abbiamo di fronte sono grandi, ma il nostro incontro per pregare, per analizzare la situazione attuale e per cercare soluzioni avviene nel momento opportuno”.

Allo stesso tempo, l’arcivescovo Grušas ha sottolineato che è necessario “iniziare l’opera di ricostruzione della nostra società, iniziare l’opera di ri-evangelizzazione dei battezzati”, e ha invitato a strutturare una risposta “centrata su Cristo”.

Il Cardinale Jean-Claude Hollerich, presidente della COMECE, ha invece messo in luce che è necessario “riunire la voce dell’Insegnamento Sociale Cattolico e del Vangelo nella pratica per rispondere ad alcune delle più grandi sfide sociali del nostro tempo”.

Dando il benvenuto a Bratislava, l’arcivescovo della città Stanislav Zvolenský ha sottolineato che il logo scelto per la manifestazione “esprime il legame della comunità ecclesiale locale con la cattedrale di San Martino, il patrono dell’arcidiocesi di Bratislava”, conosciuto nell’iconografia come “un soldato che condivide un mantello con un uomo povero e freddo. Non è indifferente alla miseria, la percepisce e non esita a mostrare amore in modo concreto”.

L’arcivescovo ha anche ricordato che “il nostro incontro non è pianificato e segnato dagli eventi che stiamo guardando in Ucraina”, ma che allo stesso tempo “la questione del conflitto bellico e delle sue conseguenze, soprattutto dal punto di vista sociale, dal punto di vista dell’accoglienza e dell’aiuto ai sofferenti, dal punto di vista della concreta solidarietà cristiana, è divenuto al riguardo estremamente attuale”.

La presidente Zuzana Čaputová, nel suo saluto, ha affrontato anche la situazione della guerra in Ucraina, spiegando che la sua generazione, “ha vissuto credendo che avrebbe conosciuto la guerra solo dalle storie di genitori e nonni” e ha preso “la pace, la sicurezza e la tranquillità come garantite e parte delle nostre vite comuni”, mentre oggi si deve “confrontare con la conoscenza che la vita di milioni di persone può cambiare nel giro di poche ore” e che “il mondo può diventare un posto peggiore per vivere in un solo istante”.

È una nuova consapevolezza, ha aggiunto, che “si applica a noi politici e alle comunità religiose”. La presidente si è detta “fiera che in Slovacchia una gigantesca ondata di solidarietà si è mossa per gli Ucraini che stanno cercando sicurezza”.

Durante le giornate, saranno tre i filoni di riflessione: la transizione demografica e la vita familiare; la transizione tecnologica e digitale; la transizione ecologica.

Sr. Cécile Renourad, RA, il professr Milos Lichner, SJ, hanno esplorato le sfide sociali dell’Europa di oggi e la via per recuperare. Di transizione demografica e vita famigliare si è parlato in un panel che ha visto un video-intervento di Dubravka Šuica, vicepresidente della Commissione europea e Commissario per la Democrazia e la Demografia.

Alla discussione hanno preso parte il ministro slovacco per Lavoro, Affari Sociali e Famiglia Milan Krajniak; il professor Gian Carlo Blangiardo, presidente dell’Istat; Meisa Dano, membro di Caritas Finlandia; Balázs Molnár, vicepresidente dell’Istituto Maria Kopp per la Demografia e la Famiglia.

Dopo i workshop pomeridiani, la giornata è stata conclusa da una preghiera ecumenica.

Sul sito delle Giornate sociali gli approfondimenti e i testi degli interventi:
https://www.catholicsocialdays.eu/en#documents