Si è aperta con l’invito di Papa Francesco “a vivere questi giorni come un cammino, teso a scorgere i segni di speranza che costellano l’Europa dei nostri giorni”, l’annuale Assemblea Plenaria del CCEE, iniziata ieri a Santiago de Compostela. Nel messaggio inviato ai membri del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa, Papa Francesco ricorda che la carità “è il più grande antidoto contro le tendenze del nostro tempo, piene di lacerazioni e di contrapposizioni. Il vostro sia dunque un impegno di carità. Essa è la strada maestra della vita del cristiano”.
Ai vescovi europei ha, poi, affidato un compito: “nell’intraprendere questo cammino di vicinanza al prossimo, nel chinarsi sulle ferite di quanti sono smarriti, indifesi ed emarginati, la Chiesa rinnoverà il suo impegno per l’edificazione dell’Europa, una responsabilità mai venuta meno, pur fra molteplici difficoltà, fin da quando Paolo, Sila e Timoteo approdarono sulle coste d’Europa (cfr At 16,9). Nella fedeltà al Suo Signore e alle proprie radici, non manchi il popolo di Dio di adoperarsi per un nuovo umanesimo europeo, capace di dialogare, di integrare e di generare, valorizzando nel contempo ciò che è più caro alla tradizione del continente: la difesa della vita e della dignità umana, la promozione della famiglia e il rispetto per i diritti fondamentali della persona. Attraverso tale impegno l’Europa potrà crescere come una famiglia di popoli, terra di pace e di speranza”.
Nella sua prolusione il Cardinale Bagnasco, Presidente del CCEE, ha evidenziato che in Europa esiste una ricchezza di bene e di speranza: “noi crediamo che la vera risposta della Chiesa al Continente è Gesù Cristo, volto del Padre e salvezza dell’uomo. Inoltre, siamo convinti che, a fronte di un contesto sociale e culturale segnato da contrapposizioni, sospetti, individualismi e delusioni, nostro dovere è salire sui tetti e annunciare le luci che ci sono: luci della Luce che è Cristo Signore”.
E ha aggiunto: “da questo santuario, dalla tomba dell’Apostolo Giacomo, vorremmo dare un messaggio di speranza all’Europa in affanno; vorremmo da qui ricordare che negare le origini è premessa di smarrimento personale e sociale”.
Ha, quindi, rivolto un appello a tutti i Fratelli delle diverse Confessioni Cristiane a “essere insieme lievito dell’Europa. Tutto ciò che riguarda l’uomo ci interessa! La sua vita, la famiglia, la giustizia e la pace, i poveri e i migranti, l’ambiente e il creato, lo sviluppo giusto e sostenibile, il bene dell’anima, il diritto di rimanere nella propria Patria o di partire… la vita eterna! Tutto appartiene alla fede! Su queste sfide i cristiani hanno molto da testimoniare e da dire insieme”.
E ha concluso: “insieme alle persone di buona volontà, i discepoli del Signore sanno di essere investiti anche di questa missione, come umili e generosi operai. L’Apostolo Giacomo ci aiuti a pensare alle luci che ci sono nei nostri Popoli. Anche noi vediamo tenebre, ma proprio perché le vediamo vogliamo indicare le luci, sapendo che il male non potrà mai vincere il bene”.
In allegato tutti gli interventi della Sessione di apertura.