Si è svolto dal 5 al 7 novembre scorso, a Belgrado, l’incontro del Comitato congiunto CCEE-CEC. La delegazione della Conferenza Europea delle Chiese (CEC) con il suo Presidente S. Em. Nikitas, Arcivescovo di Thyateira e del Regno Unito, e quella del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE) con il Presidente S.E. Mons. Gintaras Grušas, Arcivescovo di Vilnius, sono state accolte dall’arcivescovo di Belgrado, S.E. Mons. Ladislav Nemet, Vice Presidente del CCEE.
Fra i temi all’ordine del giorno, la presentazione dei lavori della XVI Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi, a cura di S. Em. il Card. Jean-Claude Hollerich, Relatore generale del Sinodo; il rapporto del Gruppo di lavoro per l’aggiornamento della Carta Ecumenica europea, a cura della Sig.ra Lea Schlenker, della Chiesa protestante in Germania, e di S. Em. il Card. Grzegorz Ryś, Arcivescovo di Łódź; una riflessione sulla situazione in Europa: “La guerra contro l’Ucraina”, a cura del Rev. Rostyslav Vorobii, della Chiesa ortodossa di Ucraina, e “La posizione attuale di migranti e rifugiati dai Balcani alla Palestina”, a cura di P. Stanko Perica SJ, Direttore regionale del Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati dell’Europa sud-orientale.
I lavori si sono conclusi con una Dichiarazione del Comitato congiunto CCEE-CEC sulla situazione in Medio Oriente. Si legge nel testo:
“Siamo solidali con coloro che in Israele e in Palestina lavorano per promuovere la pace e affermiamo che la violenza non può essere un modo per difendere una causa”.
“Chiediamo all’intera comunità internazionale di mobilitarsi e sostenere il diritto internazionale, in particolare le risoluzioni delle Nazioni Unite, con l’obiettivo di aprire negoziati seri per creare una pace duratura, nella verità e nella giustizia”.
“Invitiamo i fedeli delle nostre Chiese a pregare per tutti coloro che soffrono e invochiamo per tutti la misericordia di Dio, ricordando che siamo tutti membra dell’unica famiglia umana. Preghiamo e speriamo anche che coloro che detengono autorità sulle nazioni si impegnino in un dialogo autentico che sostenga la dignità umana di tutti e renda possibile una coesistenza pacifica dei due popoli in due Stati”.
In allegato, il testo completo della Dichiarazione.