Un’opportunità che può cambiare il mondo
Seminario di studio sulla Laudato si’ e l’Accordo di Parigi (COP21)
Roma, 4 maggio 2016
I responsabili per la salvaguardia del Creato delle Conferenze episcopali insieme ad esperti giunti da diverse parti d’Europa – una quarantina di partecipanti in tutto – si sono incontrati, mercoledì 4 maggio, presso l’Augustinianum di Roma per un seminario di studio sull’Enciclica Laudato si’ e gli Accordi della Conferenza di Parigi sul clima (COP21).
L’incontro, promosso dalla Commissione CCEE Caritas in Veritate, guidata da S.E. Mons. Giampaolo Crepaldi, che ha introdotto ai lavori, è stato aperto dal Cardinale Péter Erdő, Presidente del CCEE.
Sono intervenuti nella prima parte dei lavori il Cardinale Peter Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace con una relazione su Le sfide pastorali dell’Enciclica Laudato si’ e il Prof. Volodymyr Sheremeta, Direttore dell’Ufficio per le questioni ambientali della Chiesa greco-cattolica ucraina.
La Laudato si’ è un chiaro esempio di collegialità ecclesiale. E’ frutto di un lavoro partito e ispirato dalla riflessione delle Conferenze episcopali a livello mondiale, nutrito dal magistero papale e riconsegnato nelle mani dell’episcopato mondiale affidandogli nelle stesso tempo il compito della diffusione e attuazione.
La Laudato si’ non è un’enciclica sul clima, né tanto meno sull’ambiente: è un’enciclica sociale, sull’ecologia integrale; è un’espressione genuina della fede che fa parte dell’intero corpus della dottrina sociale della Chiesa. Promuovendo un’ecologia integrale, è una nuova tappa della riflessione della Chiesa avviata con la Populorum progressio che invitava a uno sviluppo integrale della persona.
L’enciclica di Papa Francesco è una denuncia di un approccio consumistico alle risorse del creato e della loro mancata condivisione a livello planetario. E’ un invito a cambiare rotta, a evangelizzare il senso e i paradigmi che definiscono il nostro approccio alle nozioni di sviluppo e progresso. E’ uno strumento di dialogo tra l’umanità e il mondo secolarizzato che non esclude completamente la fede, come testimoniano le numerose citazioni del documento stesso fatte dai delegati laici durante la COP21.
La testimonianza del delegato della Chiesa greco-cattolica d’Ucraina ha mostrato bene le implicazioni e conseguenze in ambito sociale, sanitario ed economico che anni di incuria e disinteresse per l’ambiente hanno e ancora oggi recano al Paese.
La seconda parte dei lavori ha visto il contributo di S.E. Mons. Jean-Luc Brunin, Presidente del Consiglio Famiglia e Società della Conferenza episcopale francese, Prof. Paolo Conversi, Officiale della Segreteria di Stato vaticana, e don Augusto Zampini, Consigliere teologico presso CAFOD.
I relatori hanno sottolineato gli obiettivi ambiziosi e il grande passo compiuto – almeno a livello delle intenzioni – con l’adozione degli accordi di Parigi in occasione della COP21, nonostante i mezzi a disposizione per la sua attuazione appaiono assai limitati. Numerosi sono i principi della dottrina sociale della Chiesa presenti nell’accordo di Parigi, come il principio di equità (anche di quella intergenerazionale), o il principio di responsabilità comune e differenziata su cui si basa chiaramente l’Accordo.
Per i relatori, l’Accordo di Parigi sarà tanto più efficace se sarà visto non tanto come un vincolo che gli Stati devono subire, quanto piuttosto come un’occasione, un’opportunità per ripensare il nostro rapporto all’ambiente, i nostri modelli energetici (ed il loro consumo), non solo individualmente ma come una comunità umana interdipendente a livello mondiale. Da qui, la sfida dell’educazione che costituisce la vera priorità della Chiesa in questo campo. Un’educazione ecologica che deve andare di pari passo con l’evangelizzazione. Infatti, senza un rapporto esplicitamente cristiano con Gesù Cristo si rischia di cadere nell’utopismo di un mondo migliore privo di fondamenta o in un pessimismo privo di entusiasmo per la vita e il futuro.
Nel pomeriggio i delegati delle Conferenze episcopali hanno presentato le numerose attività nell’ambito della salvaguardia del creato e hanno scambiato attorno alle modalità messe in campo per promuovere l’educazione all’ecologia integrale così come è presentata nell’enciclica Laudato si’.
Dal dibattito appare chiaramente come l’enciclica papale ha dato nuovo impulso non solo a questo tema, traversale a diversi ambiti pastorali, ma anche al dialogo ecumenico. In ogni caso è apparso evidente il fatto che ogni tipo di rapporto umano con la natura ha delle conseguenze etiche e morali. Da qui la necessità di promuovere una cura del creato in stretta relazione con la promozione della visione cristiana dell’ecologia umana.