I vescovi e i direttori degli Uffici nazionali per le Vocazioni delle Conferenze Episcopali d’Europa si sono riuniti a Roma dal 28 settembre al 1° ottobre per discutere di “Discernimento e accompagnamento sinodale nella cura delle vocazioni”. La riflessione ha preso il via dai frutti della Giornata Mondiale della Gioventù 2023 di Lisbona e ha toccato anche aspetti della pastorale vocazionale nel mondo dell’università. La sera del 29 settembre, l’arcivescovo Gintaras Grušas, presidente del CCEE, ha presieduto la Santa Messa presso la Basilica dei Santi Quattro Coronati a Roma. Nel pomeriggio del 30 settembre, i delegati si sono recati in pellegrinaggio a piazza San Pietro per partecipare alla veglia ecumenica Together, organizzata dalla Comunità di Taizè, per affidare allo Spirito Santo i lavori della prima sessione del XVI Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi “per una Chiesa sinodale”, che inizierà il 4 ottobre.
Nel suo saluto, il Cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ha sottolineato che oggi “a causa dell’individualismo diffuso, la comunicazione si tinge sempre più di aggressività, comportamento che mette in risalto il negativo degli altri considerati individui da cui difendersi” e “manca – invece – la cura delle relazioni che permette di coltivare la fiducia negli altri”. Ora la vocazione non nasce “mai in laboratorio o in provetta” ma sempre “in una rete di relazioni, è frutto di comunione per la comunione”.
Pertanto, la proposta vocazionale deve partire “proprio dall’impegno di rivisitare a tutti i livelli la capacità relazionale, per individuare il senso della vita che prende forma, passo dopo passo, attraverso la relazione con Gesù Cristo”.
Suor Nathalie Becquart, sottosegretario della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi, ha tenuto una relazione sui “Processi sinodali”, condividendo anche la sua personale esperienza riguardo il Sinodo dei giovani. Nelle sue parole, il Sinodo ha testimoniato la transizione da una Chiesa che insegna “dall’alto verso il basso”, ad una Chiesa che “ascolta – apprende”, secondo il modello della “Comunione in Missione”, riconcependo “radicalmente la distinzione tra le gerarchie e la ecclesia docens e la laicità e la ecclesia discens”.
La giornata del 29 settembre è stata aperta da una riflessione di Fr. Alois Löser, priore della Comunità di Taizé. Nel descrivere la sua esperienza nella comunità ecumenica francese, ha concluso che non è possibile un “percorso vocazionale senza la preghiera – la preghiera comunitaria, la lode cantata con gli altri e soprattutto il silenzio di essere soli con Dio”. “Non siamo soli nel seguire Cristo, ma accompagnati da questo mistero di comunione che è la Chiesa”, ha concluso Fr. Alois.
L’arcivescovo Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale della Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e presidente della Commissione Giovani del CCEE, ha parlato di “Università, Giovani e vocazioni”. Nella sua relazione ha analizzato la condizione essenziale dei giovani europei, che è quella di “pellegrini”, perché sono “cercatori di senso” in un modo che vede il “mito incrinato della modernità e della scienza”. Per l’arcivescovo è necessario “rischiare proposte forti e coraggiose”, con “codici vocazionali moderni”, utilizzando “l’insoddisfazione e l’inquietudine di questi giovani come risorse” da cui partire. Le sfide che ci attendono sono molte, dall’ecologia integrale alle migrazioni, passando per un ripensamento della società, l’economia e la politica a “partire dal primato della dimensione spirituale”.
Il 30 settembre, l’arcivescovo José Manuel Garcia Cordeiro di Braga, responsabile della Sezione Vocazioni/EVS della Commissione Giovani del CCEE, ha affrontato il tema delle sfide dopo la Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona. L’arcivescovo ha notato che l’esperienza della GMG ha mostrato che “la Chiesa è viva e ha futuro nonostante la complessità dei problemi e delle situazioni attuali”, e ha definito, a partire da quell’esperienza, cinque tracce di approfondimento, che mettono al centro l’esperienza dell’adorazione per un maggiore discernimento.
Padre António Jorge dos Santos Almeida, segretario per la Commissione Episcopale per le Vocazioni e i Ministeri della Conferenza Episcopale Portoghese, ha invece definito un decalogo di sfide: essere in uscita, ascoltare, accompagnare i giovani, ripensare gli spazi, guardare i modelli vocazionali, lavorare sul linguaggio, rafforzare l’impegno sinodale, formare, provocare i giovani ed evidenziare l’impegno della diaconia nella Chiesa, ovvero la corresponsabilità.