LUTTO

È morto mons. Ivo Fürer, vescovo emerito di San Gallo

Dal 1977 al 1995 era stato Segretario generale del CCEE

Mons. Ivo Fürer, vescovo emerito di San Gallo, è morto martedì 12 luglio; aveva 93 anni e da tempo era malato di Parkinson. Dal 1977 al 1995 aveva ricoperto il ruolo di Segretario Generale del CCEE e dal 1995 al 2006 è stato vescovo di San Gallo. La celebrazione delle esequie si terrà lunedì prossimo, 18 luglio alle 10, nella Cattedrale di San Gallo.

“Lo spirito aperto del vescovo Ivo Fürer si è riversato anche sulla Chiesa –così lo ricordano i vescovi svizzeri in un comunicato stampa– Era una questione che gli stava a cuore, quella di plasmare la Chiesa con il popolo. “Servire il popolo di Dio” è stato il suo motto episcopale. E ha vissuto di questo. Ivo Fürer si è sempre avvicinato alle persone con grande attenzione; ha portato il suo rispetto a tutti, all’interno della Chiesa, a livello interconfessionale e interreligioso. È stato un visionario, un diplomatico, un pensatore lungimirante e un coraggioso uomo di Chiesa. Nel 2002, dopo un caso di abuso nella diocesi di San Gallo, ha fondato il comitato di esperti contro la violenza sessuale nella pastorale, da vedere come atto pionieristico in un momento in cui questo argomento era tenuto ancora troppo nascosto.

Il vescovo Ivo non solo ha vissuto, ma ha anche contribuito a plasmare mezzo secolo di sviluppi ecclesiali, prima come vicario episcopale della sua Diocesi, poi come segretario generale del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE, con sede a San Gallo). Nel 2005 è stato insignito del dottorato honoris causa dalla Facoltà di Teologia di Friburgo per il suo instancabile impegno nell’attuazione pratica delle preoccupazioni del Concilio Vaticano II a livello diocesano, svizzero ed europeo; è stato inoltre senatore onorario dell’Università di San Gallo.

In seno alla Conferenza dei vescovi svizzeri, il vescovo Ivo era responsabile, tra l’altro, della diaconia e delle questioni canoniche. È stato spesso attivo in gruppi di lavoro in cui erano in gioco delicate definizioni canoniche nella stesura dei documenti”.