Sezione Catechesi

Trasmetti a chi può insegnare ciò che hai udito da me

L’incontro degli incaricati nazionali per la Catechesi

Dal 28 al 30 aprile scorso ha avuto luogo a Malta, presso il centro Dar il-Hanin Samaritan l’incontro dei direttori e delegati nazionali per la catechesi. Dopo due anni di riunioni online, finalmente, gli incaricati delle Conferenze Episcopali d’Europa che lavorano nell’ambito della catechesi si sono potuti incontrare di persona.

Ad aprire i lavori S. E. Mons. Gintaras Grušas, arcivescovo di Vilnius e presidente del CCEE, che ha rivolto “il primo pensiero, e un saluto affettuoso, ai fratelli e alle sorelle dell’Ucraina che da più di due mesi vivono sono le bombe. Chiediamo con forza che cessi immediatamente l’aggressione russa e che i Governi facciano tutto il possibile per fermare questa assurda guerra nel cuore dell’Europa” e ha espresso la vicinanza e la preghiera dei vescovi europei a quanti soffrono per questi atti di violenza, insieme a quella per le vittime di questo conflitto e per i loro familiari.
Ha continuato, poi, presentando il tema del convegno: “riflettere sulla figura del catechista, secondo le indicazioni di Papa Francesco che, nel motu proprio Antiquum Ministerium, ne istituisce il ministero. Un invito, quello del Santo Padre, ad approfondire e orientare la riflessione sul ministero del catechista che «è chiamato in primo luogo a esprimere la sua competenza nel servizio pastorale della trasmissione della fede che si sviluppa nelle sue diverse tappe: dal primo annuncio che introduce al kerygma, all’istruzione che rende consapevoli della vita nuova in Cristo e prepara in particolare ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, fino alla formazione permanente che consente ad ogni battezzato di essere sempre pronto «a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza» (1 Pt 3,15)» (Antiquum Ministerium)”.
Collocando questo momento d riflessione nel cammino più ampio che vede la Chiesa in Europa prepararsi a due eventi particolari: la preparzione della fase continentale del Sinodo dei Vescovi che avrà luogo a Praga dal 5 al 12 febbraio 2023 e il Simposio sui giovani che si celebrerà a Cracovia dal 20 al 23 ottobre 2022, Mons. Grušas ha ribadito che “anche noi, come le prime comunità cristiane, siamo chiamati a impegnarci concretamente per individuare «le nuove espressioni con cui continuare a rimanere fedeli alla Parola del Signore per far giungere il suo Vangelo a ogni creatura» (Antiquum Ministerium). A questo specifico servizio devono collaborare i catechisti che «in virtù del Battesimo sono chiamati ad essere corresponsabili nella Chiesa locale per l’annuncio e la trasmissione della fede, svolgendo tale ruolo in collaborazione con i ministri ordinati e sotto la loro guida» (Lettera della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ai Presidenti delle Conferenze dei Vescovi sul Rito di istituzione dei Catechisti)”.

S.E. Mons. Đuro Hranić, arcivescovo di Đakovo-Osijek in Croazia e responsabile della Sezione Catechesi del CCEE, ha ringraziato quanti hanno lavorato alla preparazione dell’incontro e in modo particolare la Società della Dottrina Cristiana, e il superiore generale Sig. Roberto Zammit, per l’accoglienza nel loro centro Dar il-Hanin Samaritan e “per l’occasione di poter conoscere da vicino una Società religiosa del tutto particolare, di cui il carisma proprio dei suoi membri è l’impegno professionale catechetico-pastorale”. Partendo dal titolo dell’incontro ‘Trasmetti a chi può insegnare ciò che hai udito da me (2Tim 2,2)’, ha sottolineato l’importanza di uno spazio di condivisione delle “esperienze sulla ricezione e attuazione del motu proprio di papa Francesco Antiquum Ministerium, del Direttorio per la Catechesi promosso dal Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, sugli orientamenti per l’identità del catechista, e infine sugli aggiornamenti del processo sinodale in corso”.

Ad aprire la sessione di presentazione dei rapporti delle singole Conferenze Episcopali è stata la testimonianza di Suor Nataliia Melnyk, della chiesa greco-cattolica ucraina. La religiosa ha raccontato in prima persona il dramma che stanno vivendo in Ucraina, ha ringraziato per la vicinanza dei popoli europei e rinnovato la richiesta di aiuto da parte di tutti perché questa guerra sia fermata il prima possibile.

Un quadro completo della ricezione e attuazione del motu proprio Antiquum Ministerium e del Direttorio per la Catechesi nei Paesi europei è stato fatto dai partecipanti all’incontro. A conclusione di questa sessione di lavoro, don Renè Camilleri, direttore nazionale emerito per la Catechesi dell’Arcidiocesi di Malta, ha evidenziato la necessità di collocare la figura del catechista nella tradizione vivente della Chiesa perché sia mantenuta viva la trasmissione della fede. In questo senso egli è frutto della comunità cristiana, deve essere ben motivato, ben preparato e ricevere una missione diocesana.

I progetti e le iniziative del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione sono stati esposti da S. E. Mons. Franz-Peter Tebartz-van Elst, delegato per la Catechesi del dicastero vaticano: a metà giugno la conferenza stampa per presentare l’unificazione dei due dicasteri, la Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli e il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione, dopo la riforma della Curia romana voluta da Papa Francesco; l’avvio della preparazione immediata e a lungo termine dell’organizzazione dell’Anno Santo del 2025 con l’istituzione delle Commissioni di lavoro; l’importanza di lavorare nell’ambito della comunicazione per fare rete; gli incontri di conoscenza reciproca con le conferenze internazionali ogni tre anni e l’invito al III Congresso Internazionale di Catechesi dal titolo Il Catechista, Testimone della Vita nuova in Cristo, che si terrà a Roma dal 8 al 10 settembre prossimi.

Nel suo intervento, S. E. Mons. Anton Teuma, vescovo di Gozo, ha indicato come fondamentale il passaggio da un catechismo istruzione a un catechismo in chiave sinodale, nella consapevolezza che un catechismo che appelli soltanto alle facoltà intellettuali è parziale. Una catechesi in chiave sinodale deve preoccuparsi “di aiutare i destinatari ad inserirsi nell’esperienza completa della fede, un’esperienza che comprende anche gli aspetti cultuali e comportamentali. Non ci può essere una vera catechesi senza l’esperienza liturgica e senza la testimonianza della carità”. E ancora: “Una catechesi in chiave sinodale è chiamata primariamente ad aiutare i catechizzandi a crescere nella loro relazione con la persona di Gesù e quindi accompagnarli all’esperienza dei sacramenti… Non è nello spirito sinodale, presentare i sacramenti come il premio della partecipazione alle classi di catechesi, o ridurre la catechesi come il biglietto necessario per i sacramenti. Non è sinodale una catechesi che è limitata a preparare al sacramento”.
Ha tracciato, poi, l’identità del nuovo catechista in chiave sinodale: “essere catechista significa rispondere ad una chiamata del Signore nella Chiesa. ‘Nella chiesa’ non si limita ai locali della parrocchia, o i contenuti dottrinali o liturgici. Essere catechista vuol dire camminare insieme ad altre persone con il Signore Gesù verso il Padre. Il catechista deve essere a sua volta in un cammino di fede/catechesi. L’essere in un cammino di conversione insieme ad altre persone è l’attitudine specifica e allo stesso tempo essenziale dell’essere catechista”.
E ha concluso: “Pensare il catechista in chiave sinodale non è soltanto un compito che proviene da questo momento di grazia che viviamo nella Chiesa, ma è anche il modo migliore e più attuale di leggere l’evento catechesi secondo il pensiero attualmente più rilevante. Ma al di là di questo, pensare il catechista in chiave sinodale è soprattutto collocare sempre più questo ministero nel posto che gli appartiene – nel dinamismo dello Spirito Santo”.

Link per le foto dei coniugi Capan:
https://photos.app.goo.gl/c8CddLuJ6w6dYyA9A