Si è aperta con il saluto del Cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, la seconda giornata dei lavori dell’Assemblea Plenaria del CCEE. Tracciando le prospettive di una Europa nuova il Presidente della CEI ha affermato di sognare un’Europa solidale con al centro la dignità della persona e che sappia essere una casa comune. “Questo Continente – ha auspicato il Card. Bassetti –sia soprattutto un luogo dell’animacon una storia profonda, antica, complessa”.
Nel suo intervento il Cardinale Peter Erdö, già presidente del CCEE, ha messo in evidenza la grande missione del CCEE ovvero “formare un foro di carità fraterna, dove possiamo scambiare le nostre esperienze, studiare dei fenomeni che sono di importanza vitale e mettersi in ascolto delle gioie e delle sofferenze dei nostri confratelli e di cercare di aiutare secondo le nostre possibilità”.
La sfida per i Vescovi europei, indicata dal Cardinale Marc Ouellet,Prefetto della Congregazione per i Vescovi, nel suo intervento è di “offrire ai fedeli e all’umanità sofferente del nostro tempo, una comprensione dell’uomo scaturita proprio dal mistero trinitario in tutta la sua ampia articolazione; una visione piena di speranza, che finora è rimasta quasi taciuta o nascosta sotto un certo pudore di sudditanza razionalistica, forse anche per scarso entusiasmo per la potenza illuminante della Parola di Dio”. Incoraggiare, stimolare e confermare i compiti che attendono i Vescovi. “Così la nostra missione evangelizzatrice potrà suscitare una nuova cultura attrattiva – ha aggiunto il Cardinale Ouellet – fatta di amicizia sociale e politica, di creatività artistica ed educativa, nonché di vocazioni plurali appassionate per la fraternità universale”.
L’arcivescovo Stanisław Gądecki,Vice Presidente del CCEE, ha letto la Prolusione del Cardinale Presidente Angelo Bagnasco, assente per positività al Covid-19. Il Presidente ha messo in evidenza le sfide che attendono l’Europa. “Annunciare Gesù è la più vera e urgente risposta alle molte sfide presenti e il modo migliore per servire l’Europa e il mondo” ha sottolineato il Card. Bagnasco. Tra le gravi questioni che assillano i Paesi europei “la manipolazione dell’uomo” che ne fa un soggetto di consumo e un oggetto di potere. “Il ‘trans umanesimo’, di cui ormai si parla e si scrive, – ha aggiunto il Presidente del CCEE – non è una categoria astratta oggetto di dissertazioni, ma un fenomeno in atto”. L’invito è quello di guardare ad “una Europa cristiana dall’Atlantide fini agli Urali. Il Continente è un corpo solo, è nato insieme, e ha continuato – grazie innanzitutto alla presenza cristiana – a respirare quella linfa originaria che è il Vangelo nell’incontro fecondo tra fede e ragione: senza questo rapporto virtuoso tutto si complica, e anche il dialogo sincero viene a mancare dei necessari strumenti”.
Dieci gli ambiti proposti dal Cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato vaticano, nel suo intervento, che le Chiese europee insieme sono chiamate ad affrontare: formazione; carità fraterna; sostegno alle famiglie; difesa della vita umana; nuove generazioni; attenzione ai fragili e ai poveri; migranti; unità dei cristiani; cura dell’ambiente e la pace. “La priorità più urgente– ha dichiarato il Card. Parolin – è la trasmissione della fede alle nuove generazioni. La Chiesa deve trovare i modi e i linguaggi per educare i giovani di oggi alla fede”. Il Segretario di Stato ha chiesto politiche lungimiranti a sostegno della famiglia “che merita un posto di primo piano nel cuore della vostra pastorale e delle vostre attività. La Chiesa è chiamata a creare e a promuovere la famiglia cristiana, dalla quale poi la vita nascerà, crescerà, si svilupperà, porterà frutti per l’intera umanità“. Ha, poi, richiamato la Chiesa tutta a percorrere all’imminente cammino sinodale: Comunione, partecipazione e missione i tre pilastri sui quali sarà incentrato il Sinodo. “Sono le coordinate della vostra missione di pastori in Europachiamati a sostenervi reciprocamente nella comunione per testimoniare la presenza del Signore in tutti gli ambiti della vita nel nostro Continente” sempre più lontano dalla sua storia e dalle sue radici. Il Card. Pietro Parolin ha lanciato anche un appello contro la “cultura della morte” affinché non finisca per dominare completamente il panorama legislativo dell’Europa. “Le Chiese in Europa si sostengano reciprocamente nell’affermare il Vangelo della vita contro i tanti, troppi, annunci di morte che riecheggiano nel Continente”. Infine, un richiamo sulla responsabilità dell’Europa nel costruire un mondo di pace. La pace deve diventare “un’arte che coinvolge e riguarda tutti e in cui ognuno deve fare la sua parte, in un compito che non conosce fine” ha concluso il Segretario di Stato.
Tra i relatori della seconda giornata anche la professoressa Isabel Capeloa Gil, Rettore dell’Università Cattolica del Portogallo e Presidente della FIUC, la Federazione Internazionale delle Università Cattoliche, che ha offerto ai partecipanti un’analisi culturale su “Cosa si aspetta l’Europa dalla Chiesa”. “Il Cristianesimo in Europa va riaffermato”, ha esordito. Nel ribadire che la famiglia è il nodo della società, la professoressa Gil si è soffermata sul ruolo della donna nella società e di quanto questo Continente necessiti di una ricostruzione immediata dal punto di vista dell’etica. “L’Europa non è il mondo. Le donne sono leader nel campo del pensiero, sono essenziali per portare avanti il compito della Chiesa e vanno riconosciute all’interno di essa. Non lasciate che il talento delle donne vada sprecato” ha concluso la Rettrice dell’Università cattolica portoghese.
In allegato i testi di tutti gli i interventi della giornata.